Più si concretizzava in me l’idea di un guardaroba handmade più pensavo a come fare per estendere questa idea a tutto ciò che non può verosimilmente essere realizzato ai ferri. Non avevo mai cucito nulla. Non pensavo fosse fattibile imparare da autodidatta come ho fatto per la maglia e pensavo che i corsi di cucito sartoriale fossero solo in presenza e costassero tantissimo. Entrambe le cose erano decisamente incompatibili con il periodo storico che stavamo vivendo a maggio 2020.

Un giorno ho visto la pubblicità del corso di cucito Simona The Yellow Peg ed ho cominciato a pensare come avrei potuto organizzarmi. Eravamo sul finire del lockdown e il problema non era certo il tempo. Come al solito il problema era di natura pratica: lo spazio.
Credo fermamente che quando hai un hobby creativo non sia possibile dover movimentare tutta casa per poter lavorare un’oretta e poi dover fare di nuovo le grandi manovre per mettere tutto in ordine. Il gioco, come si suol dire, non vale la candela. Si rischia di essere più stressati alla fine che all’inizio!
C’era anche la piccola questione “non ho la macchina da cucire” a cui dovevo dare un attimo di pensiero, in realtà… ma quando vogliamo qualcosa, prima o poi troviamo il modo di farle accadere. No?

Lo spazio adatto

A casa non ho veramente nemmeno un angolo dove poter mettere un tavolo con una macchina da cucire fissa, però ho la fortuna di lavorare nella società di famiglia e di avere anche un ufficio tutto mio. E’ piccolo (circa 10mq), ma grande abbastanza per ospitare una scrivania come postazione fissa per la macchina da cucire, proprio sotto la finestra che offre anche una ottima luce. Quindi ho fatto qualche aggiustamento e ho creato il mio angolino fisso per il cucito.

Per quanto riguarda la macchina da cucire dapprima avevo pensato di utilizzare la Singer vintage di mia suocera. Me l’ha regalata quando hanno traslocato, sempre per problemi di spazio. Infatti anche se non sapevo cucire mi hanno sempre affascinato queste macchine antiche.
Purtroppo con questa macchina si sarebbero presentati problemi di come realizzare zig zag, trovare ricambi, etc… Per non parlare della manutenzione. Così ho convinto mia mamma a prestarmi la sua, che sta sempre nell’armadio perché anche lei non ha un posto fisso dove metterla. Siamo sempre sul vintage ma qui siamo negli anni 80 e le funzioni sono di sicuro più attuali. L’avevo anche usacchiata in passato per delle cosine di cucito creativo improvvisate, quindi avevo anche un minimo di familiarità con lo strumento.
A questo punto non avevo più scuse, era giunto il momento di imparare!

Il corso

Una volta risolti i problemi logistici mi sono decisa ad acquistatale il bundle dei corsi “Impara a cucire” e “Cuci il tuo primo outfit”. Ho approfittato dello sconto visto che non avevo mai frequentato un corso di cucito e avevo davvero bisogno di fissare le basi.

La prima cosa che ho fatto è stata guardare tutti e due i corsi dall’inizio alla fine. Poi ho cominciato a segnarmi tutte le cose di cui avevo bisogno. Le guide .pdf che fanno parte del corso sono molto comode e mi hanno aiutata a fare una lista dell’essenzial.
Con un po’ di fortuna (e grazie ai mille hobby creativi del passato) molte delle cose basilari come spilli, aghi, ditale, piano di taglio, righe e squadre e piccoli accessori come lo scucirino, le ho recuperate senza doverle acquistare.
Per iniziare con il minimo della spesa ho deciso che non avrei comprato tutti i piedini consigliati visto che la macchina che stavo utilizzando monta dei piedini non universali che mi sarebbero costati un po’ di più rispetto ai bundle che so trovano su Amazon.

Ho acquistato solamente:

Ovviamente ho anche acquistato le stoffe, il filo e le intrafodere.
Per le stoffe ho seguito i consigli di Simona ed ho acquistato il piqué di cotone stampato e la tela di cotone bianca da The Color Soup. Non sapevo nulla di stoffe quindi non volevo rischiare di sbagliare.

In questo modo sono riuscita nel mio intento di non spendere più di 100 euro oltre al costo del corso di cucito.
Prima di investire troppi soldi in questa cosa, volevo capire se questo hobby facesse per me, volevo capire se cucire un capo di abbigliamento mi potesse emozionare come creare un maglione ai ferri.
Ovviamente avevo messo in conto che con una macchina meccanica vecchia avrei sicuramente avuto un po’ di frustrazione aggiuntiva, ma ho sperato che la soddisfazione del risultato potesse pesare di più della frustrazione.

A questo punto ho fatto una bella manutenzione della macchina per pulirla e oliarla. Quindi mi sono messa a fare tutti gli esercizi del corso base. Dopodiché però ho deciso di buttarmi subito sugli abiti saltando la confezione della fascia per capelli, che comunque non avrei mai messo.

Making process - Gonna Monique
Making process – Gonna Monique TYP

La gonna Monique

Il primo capo che si affronta nel corso è la gonna Monique. Simona ci accompagna nella realizzazione del cartamodello di questa gonna che è in sé molto semplice nell’esecuzione. In questo modo apprendiamo però anche i primi rudimenti del disegno di un cartamodello.

Tutti i passaggi sono spiegati molto chiaramente e in poche ore avevo realizzato la mia prima gonna! Ero emozionatissima e contentissima… ma, cosa più importante, innamorata del processo!
Le imprecisioni dovute all’inesperienza e al fatto di non avere tutti gli strumenti adatti non mi hanno scoraggiata. Ero cosciente che ci fosse margine di miglioramento sia personale che degli strumenti utilizzati.

Gonna Monique
Gonna Monique TYP

Blusa Chantilly

Il secondo capo da realizzare è una semplice blusa a kimono dove però si cominciano ad intravedere delle finiture sartoriali che impreziosiscono notevolmente il capo.

Prima di buttarmi in questa parte del corso di cucito ho dovuto prendere coraggio. Per qualche motivo avevo il terrore di tagliare la stoffa. Ho scelto la mia taglia con cura e ho posizionato il pattern sulla tela di cotone con reverenza. Poi ho fatto un bel respiro ed ho tagliato!

taglio Blusa Chantilly
Taglio Blusa Chantilly . TYP

La rotella di taglio dona una precisione e rende il taglio davvero semplice questo passaggio. Con le forbici forse non avrei mai avuto il coraggio!

Non ho apportato alcun cambiamento al pattern, essendo una principiante. Alla fine ero così presa dal processo che non ho nemmeno fatto una foto.

Ho subito notato un errore che ho fatto. Ho acquistato un’interfaccia (fliselina) troppo consistente che poi risultava in un comportamento un po’ ingessato del collo.

La soluzione sarebbe state intervenire scucendo il ripiego e rifacendo tutto con l’interfaccia giusta ma prima di intervenire drasticamente ho provato a scucire e tagliare il ripiego più corto. Questa soluzione è più che accettabile dal mio punto di vista e alla fine ho imparato la lezionebsulle interfacce!

Anche in questo caso sono stata contentissima del risultato e, alla fine, ero sempre più innamorata di questo entusiasmante processo creativo.

Una risorsa fondamentale per questo corso di cucito è stata anche il gruppo Facebook privato di The Yellow Peg nel quale ho chiesto spesso aiuto. Devo ammettere che sia gli utenti del gruppo che Simona stessa sono stati super disponibili nelle risposte.

Il corso è chiaro e ben strutturato. Mi ha dato le basi per lanciarmi in questa avventura. Come avete notato poi non ho mezze misure e quindi mi sono subito buttata in cose più complicate delle mie possibilità, ma alla fine mi piacciono le sfide.

Alcune le potete vedere già sul mio profilo Instagram (@iknitso) e ve ne parlerò presto anche qui sul blog!

Voi che rapporto avete con il cucito?
Avete mai frequentato un corso di cucito sartoriale?

Happy making!

Manuela


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